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domenica, 19 Maggio 2024

Caso Emanuela Orlandi: ecco le cento prove. Nel dossier anche nuovi elementi sull’attentato a Papa Wojtyla

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Moreno D’Angelo
Oggi alle 18 sulla pagina Facebook con 30mila utenti, aperta da Pietro Orlandi, dedicata alle petizioni in Vaticano per la verità sulla scomparsa della sorella Emanuela, sarà pubblicato un dossier esclusivo dal titolo “Sequestro Orlandi: Ecco le 100 prove”.  Un dossier con tutti gli indizi riscontri e sospetti numerati da uno a cento determinanti  in fase processuale in attesa della decisione della Procura di Roma sul rinvio a giudizio di Marco Fassoni Accetti  reo confesso, presunto telefonista e presunto organizzatore del rapimento di Emanuela Orlandi  e di Mirella Gregori. Una Verità attesa da 31 anni, che potrebbe riscrivere pagine della storia italiana sul finire della Guerra Fredda.
Nel dossier tutti gli indizi, i riscontri e i sospetti, numerati da uno a cento. Una trentina gli elementi determinanti in sede processuale. Tra gli elementi di novità anticipiamo tre punti molto significativi del dossier.
1)       Ali Agca. La telefonata fatta dal supertestimone indagato Marco Fassoni  Accetti  alla pensione “Isa”, nel quartiere Prati a Roma,  per prenotare la stanza nella quale pernottò Ali Agca la notte prima dell’attentato al Papa del 13 maggio 1981. E’ un mistero mai chiarito. Nel processo sulla pista bulgara sull’attentato emerse che il proprietario della pensione Maurizio Paganelli dichiarò che la prenotazione era stata fatta da un italiano che però non è mai stato identificato.
2)      Un retroscena sull’appello rivolto dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini a favore della liberazioni di Mirella Gregori (l’altra quindicenne sparita), diffuso il 20 ottobre 1983. Il supertestimone ha riferito che il gruppo nel quale lui fu ingaggiato, laici e ecclesiastici favorevoli alla ost politik  del cardinale Casaroli (detto il Ganglio), fece pressioni sul Quirinale attraverso il nunzio apostolico monsignor  Calamoneri.  Nel dossier si riferisce anche sulle attività di spionaggio con l’utilizzo di macchine fotografiche e microspie ai danni di monsignor Silvestrini e del cardinale Caprio, nello studio del quale sarebbe stata collocata una cimice dentro una lampada dorata.
3)      Pedinamenti .  Il supertestimone ha riferito anche di pedinamenti del banchiere Pellegrino Capaldo, all’epoca membro di parte vaticana della commissione bilaterale Italia-Santa Sede istituita dopo l‘esplosione dello scandalo legato al crack del Banco Ambrosiano.
Il dossier curato dal giornalista Fabrizio Peronaci, autore del libro inchiesta Il Ganglio, arriva in un momento chiave della vicenda, dopo anni di insabbiamenti e misteri sulla Vatican connection legata alla sparizione della ragazza. Finalmente si aprono scenari nuovi per chi non ha smesso di lottare per la verità e la giustizia. Questo grazie a un quadro indiziario sempre più preciso e soprattutto con l’avvio, ritenuto a questo punto certo, di un dibattimento in Corte d’Assise.  Processo che avrà, come abbiamo detto, nel principale accusato e protagonista il supertestimone, il presunto telefonista detto l’amerikano, Marco Fassoni Accetti (che ha fatto ritrovare il presunto flauto della ragazza sparita). Non è escluso che il rinvio a giudizio imminente, tocchi anche altri personaggi convolti nell’intricata vicenda.

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