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venerdì, 17 Maggio 2024

Fecondazione eterologa, via libera della Corte Costituzionale

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Sì alla fecondazione eterologa. A decretarlo è la Corte Costituzionale che ha decretato l’illegittimità della legge 40/2004 che proibiva, in caso di infertilità assoluta, il ricorso a spermatozoi o gameti di terze persone.
«Conseguenza di questa legge – spiega l’Osservatorio sul turismo procreativo – erano i circa 4mila “viaggi della speranza” che altrettante coppie italiane intraprendevano ogni anno per cercare di avere un figlio». Numero che, naturalmente, comprende solo coloro che potevano permettersi di spendere decine di migliaia di euro per poter realizzare il sogno di crearsi una famiglia.
Da qui a un mese, tempo necessario per l’iscrizione nella gazzetta ufficiale, la fecondazione eterologa si potrà dunque effettuare anche negli ospedali italiani. «Sia i centri pubblici sia quelli privati – conferma l’Associazione Luca Coscioni, che si è battuta affinché questa norma venisse abolita – dovranno eseguire tecniche di fecondazione con donazione di ovociti e spermatozoi esterni alla coppia. Come prima del 2004, anno di emanazione della legge 40, sarà lecita l’ovodonazione; mentre qualsiasi uomo fertile potrà donare il proprio seme».
Immediate le reazioni, provenienti soprattutto dal mondo cattolico. L’Accademia pontificia per la Vita, prima tra tutte, ha manifestato sconcerto di fronte alla decisione della Corte Costituzionale e ha messo in guardia da eventuali effetti negativi sia sulla coppia che sul nascituro. A fargli eco, come da prassi, molti politici di area cattolica.
«L’introduzione della fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento complesso che difficilmente potrà essere attuato solo mediante decreti», ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Ma dall’Associazione Coscioni assicurano: «La sentenza ha valore di legge e non è oppugnabile». Il che, in altre parole, significa che la decisione della Corte Costituzionale non potrà essere modificata in Parlamento.
Per quanto riguarda invece la prossima sentenza sulla legge 40, che si occuperà del divieto di ricerca sugli embrioni, non sarà la Corte Costituzionale ad emetterla ma la Corte europea sui diritti dell’uomo. Ad annunciarlo, l’associazione Luca Coscioni.
La Corte dovrà dare una risposta alla richiesta di Adele Perrillo, vedova del regista Stefano Rolla morto in un attentato a Nassiriya nel 2003, di donare alla ricerca i cinque embrioni prodotti prima della sua morte.
«La Consulta – spiega in merito l’Associazione Coscioni – su richiesta dell’avvocato Baldini, che rappresenta l’associazione, ha disposto il rinvio della discussione in attesa della decisione della Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’Uomo del 18 giugno prossimo».

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