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giovedì, 16 Maggio 2024

Caso Orlandi, parla Marco Accetti: "Falso che ci fu una telefonata la sera del sequestro"

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Pubblichiamo dal blog di Fabrizio Peronaci, giornalista del “Corriere della Sera” e scrittore, l’ultimo contributo sul caso di Emanuela Orlandi. Oltre a due libri sul giallo della giovane cittadina vaticana, Peronaci ha pubblicato di recente “La Tentazione”, libro-verità su ripetuti scandali sessuali nell’ordine dei carmelitani scalzi.
 

Il rapitore reo confesso si rivolge alla famiglia: “Su quel nastro la voce era di Emanuela o no? Perché non lo volete dire?”

«È una mega balla, una menzogna totale. Il cosiddetto Amerikano ero io, le telefonate in Vaticano le ho fatte io e quindi lo posso dire con assoluta certezza: la sera della scomparsa della ragazza, quel 22 giugno, non ci fu nessuna telefonata né al centralino né alla sala stampa della Santa Sede. I nostri primi contatti avvennero qualche giorno dopo, il primo con una comunicazione brevissima alla sala stampa».
Marco Accetti, l’uomo indagato dalla Procura nel 2013 per il caso Orlandi-Gregori e poi prosciolto, in relazione alla presunta rivendicazione del sequestro nello stesso giorno della scomparsa (ipotesi circolata in queste ore, seppure senza riscontri) è categorico.
«Non è vero, quella telefonata non esiste, è una falsità. Assurdo pensare che un’ora dopo l’azione noi ci mettessimo a telefonare. La verità è che accusare Il Vaticano fa notizia, porta soldi, garantisce audience in televisione. Anche se non è vero».
Lo stesso Accetti, in relazione alle registrazioni audio finite agli atti dell’inchiesta, aggiunge: «Posso rivolgere una domanda a tutta la famiglia Orlandi? La domanda è questa: nell’83 cosa diceste tra voi, come reagiste, quando uscì il primo nastro, quello in cui la ragazza ripete più volte quale classe frequenta? Pensaste che era Emanuela, giusto?».
Pausa. «Bene. Poi, dopo aver ascoltato il nastro successivo con la voce della ragazza che dice di essere stanca e altri frasi, cosa pensaste?».
Marco Accetti ora alza la voce, si altera. «Posso conoscere il vostro parere, cortesemente? In questo secondo nastro la voce era di Emanuela o no? Di recente l’avete ascoltata di nuovo. Non la trovate identica alla voce del primo nastro?».
La conclusione è una domanda retorica. «Ottimo, ora è tutto chiaro. Come voi sapete, sul retro di questo secondo nastro c’è la mia voce, mentre leggo un comunicato. Davanti a questa evidenza cosa dite? Sostenete ancora che io non ho avuto un ruolo nel sequestro della vostra congiunta? E perché lo fate? Perché non vi indigna che uno dei responsabili, io, non abbia fatto neanche un giorno di galera? Pensavo a questo, stasera, nel giorno dei 35 anni da quel 22 giugno, mentre guardavo il cielo solcato da bellissimi disegni di nuvole. Perché voi Orlandi fate di tutto per farmi passare per mitomane? C’è qualcosa che non vi piace che io possa dire?» Sfogo concluso. La telefonata con Marco Accetti si conclude.
Questo gruppo di Giornalismo Investigativo, naturalmente, è a disposizione per qualsiasi replica, nell’ambito di un civile confronto che possa contribuire all’accertamento della verità.
 
Dalla pagina del gruppo Facebook “Giornalismo investigativo by Fabrizio Peronaci”
 

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