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sabato, 18 Maggio 2024

Fonsai, respinto il patteggiamento di Jonella Ligresti

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Tre anni e quattro mesi e trentamila euro di multa. È questa la pena che Jonella Ligresti avrebbe voluto patteggiare ma che il gup del Tribunale di Torino Sandra Recchione ha respinto. La rampolla di casa Ligresti era finita in manette lo scorso luglio nell’ambito dell’inchiesta Fonsai, coordinata da Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, con l’accusa di falso in bilancio e aggiotaggio.
Jonella, che era la presidente della Fondiaria Sai quando si registrò il buco nel bilancio del 2010 finito sotto le lenti di ingrandimento dei magistrati della Procura piemontese, aveva detto di essere a conoscenza di quanto stava accadendo nella società in merito soprattutto alla voce sinistri del bilancio.
Come detto, la proposta di patteggiamento, nonostante avesse il beneplacito della Procura, non ha convinto il gup per tre motivi: «Troppo esigua la proposta di multa di 30mila euro. Inoltre sarebbero state troppo valorizzate le attenuanti generiche, considerate prevalenti sulle aggravanti. Infine nella proposta di patteggiamento non si manifestava alcuna ipotesi risarcitoria».
Presenti in aula anche le associazioni di consumatori, Codacons, Movimento Consumatori, Adoc, Adusbef, Assoconsum, che avevano espresso la non idoneità della pena concordata e a cui il gup ha negato la possibilità che si costituiscano parte civile anche se potranno partecipare al processo in quanto rappresentanti delle parti lese. «Non si tratta – ha detto Corrado Pinna, uno dei legali del Movimento Consumatori – di una pena congrua, vista la gravità dei fatti contestati, il numero delle persone offese e la mancanza di un indennizzo».
In merito, come detto, alla decisione del giudice, sorpresa da parte dei legali della figlia di Salvatore Ligresti, Gian Luigi Tizzoni e Lucio Lucia: «Siamo un po’ sorpresi. La richiesta – spiegano – era dettata dalla volontà della nostra cliente di uscire il prima possibile da questa vicenda giudiziaria, volontà determinata anche da esigenze famigliari e personali. Ora valuteremo il da farsi».
Parole di soddisfazione invece giungono dal Codacons: «Siamo pienamente soddisfatti – dice l’avvocato Tiziana Sorriento – Il Giudice ha accolto in pieno tutte le nostre tesi riconoscendo in pieno il ruolo del Codacons nella vicenda Fonsai. Questa decisione rappresenta una vittoria del Codacons e la prova che la persona offesa non è un terzo incomodo nei procedimenti giudiziari, ma un valore aggiunto per il giudice che continua a prendere decisioni in totali autonomia avendo però presente anche la posizioni dei soggetti offesi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
 
 

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