Non è stata un’azione paramilitare quella del maggio 2013 al cantiere Tav della Torino-Lione, di Chiomonte. Questo è quanto hanno stabilito i giudici della Corte d’Assise di Torino, assolvendo dal reato di terrorismo quattro attivisti No Tav, condannati poi per reati minori.
Le motivazioni della sentenza sono state depositate oggi: «In realtà non si ritiene che la programmazione emersa dal tenore delle telefonate oggetto di intercettazione, il numero di soggetti concorrenti, le armi proprie e improprie utilizzate fossero di per sé tali da incidere, anche solo potenzialmente, sulla volontà dello Stato di proseguire i lavori programmati», hanno spiegato i giudici.
L’assalto del 14 maggio 2013, scrivono i giudici «non era oggettivamente un contesto di particolare allarme e neppure l’azione posta in essere rivestiva una “natura” tale da essere idonea a raggiungere la contestata finalità di terrorismo».
«Pur senza voler minimizzare i problemi per l’ordine pubblico causate da queste inaccettabili manifestazioni non si può non riconoscere che in Val di Susa – aggiungono – non si viva affatto una situazione di allarme da parte della popolazione e che nessuna delle manifestazioni violente sino ad ora compiute ha inciso, neppure potenzialmente, sugli organismi statali interessati alla realizzazione dell’opera».