All’indomani della chiusura delle indagini sul caso Stamina, anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha preso parola sulla vicenda, affermando che «quello che sta emergendo dall’inchiesta è veramente orrendo, non so quali saranno le responsabilità penali. Sentire ora medici che dicono che hanno trattato con leggerezza, e si sono pentiti di aver convinto le famiglie, definire oggi questo trattamento la cura del nulla mi dispiace e mi fa preoccupare».
Il riferimento è alle dichiarazioni contenute nei fascicoli della Procura di Torino e rilasciate da alcuni medici che hanno inizialmente avallato il metodo Stamina.
Il ministro ha poi aggiunto: «Ho conosciuto alcune famiglie e i pazienti, dico che c’è molta solitudine e sofferenza. Queste persone meritano ben altra considerazione».
Nel frattempo dalle indagini emergono nuovi particolari sugli effetti della cura ideata da Vannoni e le modalità con cui il trattamento veniva somministrato: i pazienti che vi si sono sottoposti rischiavano diverse conseguenze, da comuni nausee e cefalee alla ben più grave insorgenza di un tumore. In più, tutte e tre le fasi del metodo Stamina venivano svolte in condizioni e con strumenti inadeguati e non sicuri da personale inesperto.
Le carte degli inquirenti sostengono inoltre che, per trovare sostegno (economico e non) al proprio metodo, Vannoni convinse un dirigente della Regione Lombardia malato ad agevolare una collaborazione con gli Spedali Civili di Brescia.
Davide Vannoni intanto continua difendere se stesso e la sua “cura miracolosa”: «Altro che truffatore. Io sono una persona onesta. E Stamina è da premio Nobel per la medicina».
«La metodica messa a punto dai due scienziati ucraini – spiega – può salvare la vita a un milione e mezzo di persone in Italia e chissa’ quanti in Europa. Perché il sistema funziona davvero: abbiamo le prove. Ho tutto qui, tutto documentato: una stanza zeppa di documenti che porterò in tribunale. Voglio proprio vedere se mi condannano».
Intanto Vannoni è indagato anche dalla Procura di San Marino per truffa e somministrazione di farmaci nocivi.
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