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venerdì, 19 Aprile 2024

Gioco legale: l’Italia e il rischio di uno scacco matto evitabile

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La storia del nostro paese è ricca di contenuti simili, a tal punto che si potrebbe addirittura elevare questa caratteristica, tutt’altro che positiva, ad essenza. Siamo il paese del quasi, il paese in cui le opportunità che ci creiamo vengono poi puntualmente gettate via. È accaduto praticamente sempre, in moltissimi campi, in qualsiasi stagione. Nel ‘900 siamo stati ad un passo dallo spiccare il volo, siamo riusciti perfettamente a ricacciare noi stessi nella retroguardia. Oggi, stiamo sciupando a tambur battente la grande occasione di diventare leader in uno dei settori più all’avanguardia dell’intera economia mondiale, quello dei giochi. E purtroppo, ciò sta avvenendo senza che nessuno muova un dito per impedirlo.

L’evento ICE Totally Gaming di Londra è uno di quelli che segnano il terreno e indirizzano gli sviluppi futuri. Nel 2018 era stato il più grande mai realizzato, quest’anno ha superato il record precedente. C’era di tutto, si è parlato di tutto, soprattutto l’industria ha focalizzato l’attenzione sul Gioco Responsabile e sulla tutela dei consumatori. Il settore dei giochi, specie online, è ormai assurto agli onori della cronaca dei mercati ovunque nel mondo. Vi guardano investitori, appassionati; vi guarda, con attenzione, lo Stato, che infatti ha individuato la formula magica. Compenetrazione pubblico-privato, per farne il volano di ogni economia. Ovunque, si diceva, tranne che in Italia. Qui, al contrario, lo Stato mette i bastoni fra le ruote in molti modi, alcuni davvero ingegnosi. E pure, era stata proprio l’Italia la prima a sperimentare il binomio vincente, piazzandosi rapidamente ai vertici del settore. Salvo poi, naturalmente, buttare il bambino con l’acqua sporca.

Già, il bambino e l’acqua sporca. Quando negli anni ‘80 il PIL italiano volava, e volava la corruzione, c’era chi metteva in guardia dal commettere il seguente errore: per contrastare il fenomeno della corruzione, porre ulteriori lacci alla crescita. Abbiamo fatto peggio. Oggi l’economia della Penisola è la peggiore in Europa, ma in fatto di corruzione andiamo ancora fortissimi. Che questo possa replicarsi nel campo del gioco è un’ipotesi altamente prevedibile.

Il Governo si è messo in testa di condurre una crociata contro il mondo dell’azzardo per contenere la piaga della ludopatia; peccato che le soluzioni adottate galleggino tra l’inverosimile e il folle. Tra tasse aumentate e divieti vari, gli operatori del gioco, che pure hanno fatto moltissimo in questi anni per tutelare il consumatore, si sono trovati in una situazione paradossale. Guardati con ammirazione dal mondo, trattati come appestati in casa propria. Il risultato prodotto è che adesso l’Italia non è più la punta di diamante del movimento, bensì un problema dal quale fuggire il prima possibile. Meglio, si dirà: almeno la ludopatia verrà sconfitta. Macché. Cresce, ça va san dire, il gioco illegale, che invece si fa beffe dei consumatori. A pagare, chiaramente, saranno questi ultimi, oltre alla crescita complessiva. A Londra sono state presentate nuove ed efficienti tecnologie per garantire un gioco sicuro. Per implementarle, servirebbe uno Stato in grado di pensare in grande. Il nostro non lo è. Questa è l’unica verità che sta emergendo.

La soluzione è semplice da pensare, difficile da attuare. L’Italia è un paese che ha bisogno fortemente di una collaborazione tra pubblico e privato. Un’alternativa, è la storia del secolo scorso che lo dimostra, non esiste. Sicuramente, lo scontro tra pubblico e privato è la via peggiore per la nostra industria. Gli operatori hanno provato, con le buone e con le cattive, a richiedere l’apertura di tavoli per discutere con il Governo in merito a questa situazione spiacevole. In cambio hanno ricevuto orecchie da mercanti. Per ora. La realtà però ci dice che il braccio di ferro non potrà continuare a lungo. Non è pensabile che si voglia sciupare così maldestramente la grande opportunità che il genio nostrano aveva creato per sé. Nonostante tutto, l’Italia può ancora tornare a recitare una parte importante nel mondo del gioco. Occorre fare in fretta. I mercati non sono come la vita, non danno quasi mai una seconda chance.

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