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domenica, 19 Maggio 2024

Jolanda Bonino (Acta): informare le donne per prevenire le truffe romantiche

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Moreno D’Angelo

Negli Stati Uniti le chiamano “Romance Scams”. Si tratta di cybertruffe sentimentali che colpiscono donne di diversi paesi in grado di estorcere con le scuse più fantasiose cifre anche consistenti. In alcuni casi si è arrivato anche a 300mila euro.

Tutto inizia con l’apparire sullo schermo del pc della sventurata di un aitante e gentilissimo militare americano in carriera (la figura più ricorrente) o di un medico over 40, ovviamente separato e benestante. In realtà dietro a questo profili si celano poetici truffatori, quasi sempre africani. Più che singoli sono espressione della sistematica attività di vere e proprie organizzazioni a delinquere, che operano anche in team da una sorta di ufficio. Per raggirare la vittima dapprima questa viene “profilata”, ovvero studiata nei dettagli su facebook, per quanto riguarda gusti, abitudini, interessi e ricorrenze. Grazie a queste informazioni è possibile sviluppare un dolce dialogo.

Si da così il via a una sequela di seducenti adulazioni mai volgari che puntano a incontrare l’amata promettendo il sogno della costruzione di un rapporto duraturo. Naturalmente prima del sospirato incontro con il virtuale principe azzurro avviene qualcosa di catastrofico per il quale viene richiesto uno o più aiuti economici facendo anche leva sul “mammismo crocerossino delle vittime”.

Per contrastare questo fenomeno è sorta l’associazione Acta (Associazione contro truffe amorose) che ha già promosso diverse iniziative di sensibilizzazione fornendo un concreto supporto alle vittime del fenomeno inizialmente noto come “truffa del principe azzurro”.

Le donne colpite appartengono a tutti i ceti sociali e professioni. In genere si tratta di persone sole, over 50. Jolanda Bonino, fondatrice di Acta, evidenzia come da parte dei truffatori vi sia anche una preoccupante attenzione verso donne portatrici di handicap. La Bonino precisa come abbia riscontrato anche casi drammatici in cui donne truffate sono dovute ricorrere ai prestiti di società finanziarie ed è a conoscenza di persone che per il rotto della cuffia nella disperazione non sono ricorse al suicidio.

«Anch’io – precisa la Bonino – in quanto ipovedente, nonostante la mia età e il mio bagaglio culturale, sono caduta nella trappola, ma, invece di rassegnarmi, mi sono attivata ed ho fondato questa associazione, scoprendo quanto vasto sia questo fenomeno e quante donne vivano in silenzio e senza alcun aiuto questi drammi che possono avere conseguenze drammatiche».

La Bonino ha raccontato la sua esperienza nel 2014 a “Mi manda Rai3“: «Grazie a quella trasmissione sono stata contattata da un numero incredibile di donne e anche da ragazzi le cui madri, non esperte di internet, erano cadute nella rete dei truffatori senza sapere come uscirne. Ho così creato un primo coordinamento dando poi origine all’associazione che a novembre sarà impegnata a Torino su questo tema in un importante seminario di respiro internazionale». L’iniziativa, promossa dalla Regione Piemonte (che ha istituito un tavolo di lavoro per Lotta al Cybercrime Truffe Affettive), in coincidenza con la giornata contro la violenza sulle donne, intende prevenire e combattere queste pratiche illegali sul web sviluppando la cooperazione internazionale e ipotizzando anche forme di assistenza legale per le vittime di questi raggiri romantici. In quest’azione è stata particolarmente rilevante l’impegno dell’assessore regionale Monica Cerutti.

Ma vi è un altro aspetto critico da evidenziare. La fondamentale necessità di incentivare la denuncia delle truffe romantiche, superando vergogna e delusioni, si scontra con un aspetto non secondario come quello del rischio, per le donne che rendono pubblico quanto subito via internet, di essere oggetto aggiunge di gogna mediatica e di ridicolizzazione. «E triste constatare – aggiunge Bonino – come possa finire oggetto di facili ironie il legittimo bisogno di affettività e amore di una donna over 50-60 a volte anche portatrice di handicap. Ironie che incredibilmente non arrivano solo dal sesso maschile, come ho potuto riscontrare quando mi sono esposta pubblicamente ricevendo diversi attacchi e offese postati su Facebook».

Ketty Increta, una cinquantenne agente immobiliare astigiana che collabora con Acta, sottolinea un ulteriore aspetto di queste derisioni sul web: «Nei commenti alle denunce riscontriamo battute del tipo “A quell’età cosa vai ancora a cercare”». Un fatto che richiama certi disgustosi commenti che frequentemente accompagnano i casi di violenze sulle donne: “In fondo se l’è andata a cercare”.

Insomma per coloro che a fatica riescono a rendere pubblici i raggiri subiti al danno si aggiunge la beffa di finire oggetto di sorrisini e atteggiamenti di scherno sul web e anche nel corso di trasmissioni e iniziative pubbliche. Molte di queste donne rilevano inoltre, nel presentare le denunce, una scarsa considerazione del fenomeno da parte di autorità preposte, alle prese con un oceano di raggiri e iniziative illegali che corrono via internet a opera di soggetti che fanno virtualmente il giro del mondo mentre magari operano nella stessa città della vittima. Un quadro sconfortante che porta spesso tante donne a non denunciare e vivere in silenzio la beffa economica e affettiva subita.

«Bisogna parlarne. Bisogna che la polizia non prende sotto gamba questo fenomeno. Tanto più che dagli ultimi riscontri emerge che dietro queste truffe romantiche potrebbero esserci collegamenti con organizzazioni legate a traffico di droga e terrorismo» conclude la combattiva Jolanda Bonino.

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