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sabato, 18 Maggio 2024

Bilancio 2016: tutti i disallineamenti di Appendino

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Andrea Doi

Abbiamo seguito con attenzione la manovra che la giunta comunale ha adottato a fine novembre, individuando in essa alcune criticità che in essa erano soltanto annunciate. Come tutti gli anni, tuttavia, occorre aspettare gli ultimi atti dell’anno per studiare a fondo la portata di quanto a fine novembre sembrava soltanto teoria.  Infatti è proprio negli ordini del giorno delle ultime giunte dell’anno che si trovano gli atti più controversi e discussi del 2016, atti che nella conferenza stampa di fine anno la sindaca ha rivendicato, di fatto smentendo alcune delle promesse elettorali più roboanti.

È il caso della delibera dell’operazione Westinghouse per la costruzione di un centro commerciale e servizi in pieno centro. In essa si costituisce il diritto di superficie (cioè la vendita del suolo) dietro un corrispettivo di circa 19 milioni di euro. Era percepibile, ieri durante la conferenza, l’imbarazzo del vicesindaco Guido Montanari quando nel suo intervento ripeteva che non si consumerà suolo in futuro; Westinghouse non è solo un ex sito industriale riconvertito, ma occuperà parte di un attuale giardino e verde pubblico; in confronto la ex Diatto sembrerà una città ideale della Urbino rinascimentale.

La seconda interessante novità è un consistente elenco di delibere a finanziare la cultura con mezzi straordinari di Bilancio, ovvero alienazioni patrimoniali, dopo che il Comune aveva abbandonato da alcuni anni questa pratica. C’erano voluti anni e una forte rivendicazione del mondo della cultura, ma alla fine le risorse per la cultura erano state stabilmente stanziate da Fassino e Braccialarghe in spesa corrente già da 3 anni.

Invece, nel 2016, si ritorna a finanziare ben 12 milioni alle fondazioni culturali; sono i finanziamenti per la Fondazione Torino musei, il Museo del Cinema, il Teatro Regio, il Teatro Stabile, il Museo Cavour, la Film Commission, il Museo Egizio, la Fondazione Teatro Piemonte Europa (leggi qui elenco completo)

Un piccolo giallo contorna invece la Fondazione per la Cultura. La sua immediata chiusura era diventata un punto simbolo del programma della Appendino contro la cultura del grandi eventi e a favore dei piccoli. Dopo smentite, promesse e rinvii, la fine dell’anno svela la realtà: non solo non viene chiusa, ma riceve addirittura una integrazione di 1 milione di euro.

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Nella giunta comunale del 30 dicembre viene approvata la delibera che stabilisce il concorso annuale alle spese di infratrasporti per la metropolitana. L’ormai famosa delibera al centro del caso disallineamenti sollevato dal consigliere Alberto Morano nell’esposto in Procura che ha originato un’indagine della magistratura.

È il cuore, insomma, della sofferenza finanziaria del sistema dei trasporti torinese e piemontese i cui contorni sono stati chiariti in parte dall’audit interno  svolto dai dirigenti della Città di Torino. Il bilancio di previsione stanziava per questa posta una ventina di milioni di euro, ma Appendino e Rolando ne coprono solo 7 milioni.
Ebbene sì: chi denunciava ai quattro venti la necessità di finanziare stabilmente e con risorse certe la Metropolitana, lo ha ripetuto la stessa Appendino nella conferenza stampa di fine anno, sceglie di finanziare solo 1/3 della rata annuale.

Queste riflessioni portano ad una conclusione amara: da un punto di vista di bilancio il 2016 chiude peggio del 2015. La Giunta Grillina, “giacobina” sui conti del passato, dapprima approva i bilanci Gtt e Infrato 2015 “disallineati” e poi, anziché rimediare, concorre ad incrementare i disallineamenti non deliberando i contributi alle società nel bilancio 2016.

Infine, negli atti di fine anno che riguardano l’area Ex Westinghouse non si trova traccia dei documenti che attestano il pagamento dei 5 milioni di euro a Ream, primo proprietario dell’area. La questione era stata sollevata dal capogruppo Pd Stefano Lo Russo in occasione del dibattito sull’assestamento di bilancio e andrà certamente approfondita in seguito.

Il capodanno giunge a suggellare un 2016 piuttosto confuso, ma nello stesso tempo dissolve alcune nebbie: la distanza tra narrazione comunicativa della Giunta Appendino e la realtà degli atti e dei fatti è ormai la vera notizia.

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