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martedì, 14 Maggio 2024

Debiti di Torino. Gianguido Passoni: “Non abbiamo mai nascosto nulla”

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di Giulia Zanotti

Non ci sta l’ex assessore al Bilancio Gianguido Passoni alle accuse che Chiara Appendino ha rivolto alla amministrazione precedente, colpevole secondo la sindaca di aver mentito sullo stato dei debiti della città e costringendo ora la sua giunta a un pesante piano quadriennale di risanamento. Passoni per oltre un anno e mezzo non ha commentato le scelte della giunta, ma ora che da Palazzo civico parlano di scarsa trasparenza riferito al suo operato replica con fermezza, pur continuando a non giudicare il lavoro di Appendino e di Rolando, ne sbilanciandosi su previsioni per il futuro. Anzi alla fine manda anche gli “auguri” alla prima cittadina.

«Sono stato zitto per tutto questo tempo è ancora non entro nel merito dei loro bilanci, ma non posso tacere quando si scarica sugli altri la responsabilità dei prossimi tre anni», dice.

«Nella nostra amministrazione abbiamo sempre ammesso le difficoltà di cassa del Comune e già allora venivamo attaccati per i tagli – continua Passoni – Per questo non si può dire che abbiamo nascosto il problema. Ma rivendico anche il gran lavoro fatto per cambiare la citta coniugando investimenti e risanamento: passante ferroviario, parchi, metro e il recupero di decine di fabbricati dismessi a usi pubblici».

Carte alla mano Passoni spiega che «la loro manovra di Appendino è in continuità con la nostra. In fondo negli anni passati abbiamo avviato dismissione immobiliari per 400 milioni (200 negli ultimi 5 anni), tagliato di 80 milioni il costo del personale, messo sul mercato quote delle società partecipate per 250 milioni di euro e il debito è sceso come non mai negli ultimi 5 anni, soprattutto quello verso i fornitori e il sistema economico che Appendino sembra non considerare. Altro che verità nascoste». 

Poi precisa: «Quello che non c’era nei nostri bilanci è l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente che rischia di creare notevoli squilibri anche perché solo quest’anno a bilancio ci sono 190 milioni di  entrate una tantum».

Sulla trasparenza non transige: «I nostri bilanci, oltre che dalla Corte dei Conti, sono stati sempre controllati dalle agenzie di rating e spiegati ai cittadini anche grazie a due diversi protocolli di intesa con la Facoltà di Economia. Inoltre, per primi in Italia abbiamo pubblicato il Popular Report e sperimentato il bilancio deliberativo in due differenti circoscrizioni con il preciso intento di spiegare ai cittadini le difficoltà dell’amministrare in un contesto di risorse pubbliche così limitate”.

Ma per Passoni ci sarebbe di più. Ovvero la manovra “lacrime e sangue” presentata da Appendino come necessario per il bene della Città altro non è che un adeguamento a norme di legge. «Non è altro che il proseguimento dell’attuazione della riforma dell’armonizzazione contabile, che prevede l’istituzione del Fondo Crediti di Dubbia Esigilità (FCDE), fondo che il legislatore ha immaginato per avvicinare cassa e competenza in modo progressivo a partire dal 2015″.

Insomma, la soluzione ai “danni” creati da 30 anni di centrosinistra sarebbe molto più immaginaria che reale. «La sindaca non fa altro che applicare “tagli” già previsti dalla legge e piuttosto che dire la verità, visto che il quadro economico è molto più favorevoli di cinque anni fa, dà la colpa agli altri».

«Tutto questo mi sembra surreale. Da assessore venivo criticato per i troppi tagli ed ora perchè non ne ho fatti abbastanza», conclude Passoni.

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