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sabato, 18 Maggio 2024

Renzi a Torino per Fassino. Al Teatro Alfieri il segretario Pd per tirare la volata

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Un teatro Alfieri pieno per ascoltare il premier Matteo Renzi, a Torino in qualità di segretario del Partito Democratico per la candidatura a sindaco di Piero Fassino
Fuori una piazza Solferino isolata dal traffico. Sul palco, oltre a Renzi, anche il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e i segretari del Pd, regionale e provinciale, Davide Gariglio e Fabrizio Morri.
In platea anche i candidati per il consiglio comunale e per le circoscrizioni per il centrosinistra.
Un centinaio di manifestanti, dei centri sociali e dei sindacati di base, si sono dati appuntamento in via Cernaia per una iniziativa di protesta. (continua dopo la foto)

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Trai primi ad intervenire dal palco dell’Alfieri Sergio Chiamparino: «Sono convinto che Torino sarà un punto di forza di questa tornata amministrativa e dara’ forza al cambiamento che tu Matteo stai portando in Italia e in Europa».
«C’è una domanda che viene dalla città e io sono convinto – ha detto ancora Chiamparino – che domenica sarà per Fassino come il Colle della Lombarda e Sant’Anna di Vinadio per Nibali e Torino potrà avere già domenica sera il suo sindaco».
Anche Gariglio utilizza la maglia rosa del Giro d’Italia per il paragone con Fassino: «Ieri – ha detto il segretario regionale Pd- Nibali ha vinto il suo secondo Giro contro tutti i pronostici, dopo settimane di critiche di chi gli diceva “non ce la farai”. Lui ci ha creduto e ce l’ha fatta, questo è lo spirito che fa grande il nostro Paese e con questa determinazione siamo qui con te Matteo per far vincere l’Italia, accanto a Fassino, colui – ha aggiunto Gariglio – che ha saputo guidare la trasformazione di questa splendida città e saprà guidarla nei prossimi 5 anni».

«Uno dei temi di queste settimane – ha detto Fassino – è quello del rinnovamento e c’è chi chiede un voto di cambiamento per il cambiamento, come se la continuità fosse un disvalore. Ma se Torino ha realizzato questa grande trasformazione che l’ha portata a essere punto di riferimento in tanti settori è perché 3 sindaci uno dopo l’altro, insieme a tante persone, hanno lavorato a uno stesso progetto».

Il sindaco uscente ha poi proseguito osservando «siamo gli unici che si presentano agli elettori con un progetto, un programma, una classe dirigente. C’è chi chiede un voto di protesta, chi lo chiede per dispetto ma non si rende conto che il dispetto lo fa ai torinesi. Noi – conclude – chiediamo un voto per Torino, chiediamo ai torinesi fiducia per gestire il futuro e fare quel salto che ci consentirà di tornare a crescere. Chiediamo un voto per amore di Torino». Fassino si rivolge a Renzi: «Lo dico a te: Torino continua a crescere, e lo farà anche con i fondi che stiamo ottenendo dal Governo». (continua dopo la foto)

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Infine è il turno di Matteo Renzi: «Uno che lavora più di Fassino non lo si trova – ha spiegato Renzi alla platea –Io ho bisogno di persone più esperte che mi diano consigli. Fassino inizia alle 6:42 e mi fa anche cazziatoni quando commetto errori»

«Io sono esperto di rottamazione, ma la rottamazione non si fa quando le cose vanno bene, ma quando quelli di prima riducono a una palude, non mandano avanti un progetto che sia uno, ti fanno perdere l’orgoglio di appartenere a una storia».

«Fuori da noi c’è l’elenco delle sfighe. Qualcuno pensa che l’Italia sia la Wikipedia delle cose che non vanno. Ci sono quelli che godono quando c’è qualche notizia non positiva, quando c’è un dato negativo del pil. Ed è molto facile giocare sulle paure di questi tempi. Le difficoltà non le neghiamo ma noi, con tutti i nostri limiti, cerchiamo di risolverle. Gli altri cercano di gufare perché l’Italia non ce la faccia, sperano nel fallimento dell’Italia. Noi la stiamo portando fuori dalla palude».

«Voi cittadini avete una grande opportunità, quella di essere l’impronta della storia. Io mi sento sempre un po’ fuori posto quando partecipo al G7, sono pur sempre un ragazzo di provincia, ma poi mi ricordo che non sono io a quel tavolo ma l’Italia, e allora mi viene l’orgoglio di essere li».

Renzi dedica un “pensierino” ai rivali del Movimento 5 Stelle, che a Torino correranno con Chiara Appendino: «Noi non buttiamo fuori quelli che la pensano diversamente da noi, siamo una comunità. Non mandiamo mail anonime, non ci facciamo dare i nomi degli assessori. Certe volte più che pentastellati, sembrano pentapartito». E ancora su Beppe Grillo: «Dipingere Torino come una realtà male amministrata non fa ridere e lo dico ai seguaci del comico. Qui a Torino ha fatto un atto blasfemo inqualificabile anche per chi non crede».
«Abbiamo bisogno di una classe dirigente e non di gente che gioca con i sentimenti e la blasfemia. La laicita’ e’ rispetto non blasfemia».

Attacco del segretario Pd anche per Giorgio Airaudo, ex segretario Fiom e anche lui candidato sindaco a Torino. «Sulla Fiat hanno avuto ragione Fassino e Chiamparino, non Giorgio Ariaudo. Abbiamo avuto ragione noi. Per fortuna una parte della classe dirigente della citta’ che ha saputo dire no. C’è una sinistra che gode nel perdere e nel lamentarsi e una sinistra che prova a vincere», ha aggiunto, per poi buttarla sul calcio «Torinesi, cercate le vecchie agendine, andate a trovare i parenti, gli juventini chiamino i torinisti… Che poi Fassino è riuscito nell’impresa di far abbracciare due mondi, per noi esterni in maniera assolutamente incomprensibile»

 

 

 

 

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