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venerdì, 17 Maggio 2024

Piazza San Carlo, verso il 23 Ottobre

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Il 3 Giugno 2017 è una data che verrà ricordata in tutta Torino e non solo. È il giorno della finale di Champions League: si affrontavano Juventus e Real Madrid, ma nella piazza storica di Torino, piazza San Carlo, davanti al maxischermo è accaduto l’inimmaginabile: una ventata di terrore che ha travolto presenti e lasciato per terra migliaia di feriti ed una vittima.
Secondo gli investigatori a scatenare il caos quel giorno fu l’utilizzo di spray urticanti da parte di una gang di giovani nordafricani che, nel tentativo di scippare i tifosi, avrebbero seminando il panico.
I componenti della banda sono finiti in manette e verranno processati per diversi capi d’accusa.
Ma il 23 ottobre inizia un altro processo per la morte di Erika Pioletti e il ferimento di oltre 1500, vittime di quella tragica serata, che vede al banco degli imputati Chiara Appendino, l’ex questore di Torino Angelo Sanna, l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, il dirigente comunale Paolo Lubbia e altre undici persone.
Appendino e gli altri sono accusati di disastro, lesioni e omicidio colposo, reati figli dell’inchiesta sulle modalità con cui fu organizzato e gestito l’evento di piazza San Carlo. La tesi della Procura, confortata da una consulenza tecnica dell’architetto Mauro Esposito, è che la serata in piazza non fu organizzata in maniera ottimale e avrebbe dovuto essere annullata.
Come detto il 23 ottobre ci svolgerà a porte chiuse, nell’aula bunker del carcere “Lorusso-Cutugno”, l’udienza preliminare.
Di questo procedimento abbiamo parlato con l’avvocato Federico Depetris, difensore di alcuni che restarono feriti in piazza San Carlo il 3 giugno.
Cosa accadrà all’udienza del 23 ottobre, la prima del processo per i fatti di piazza San Carlo?
L’udienza preliminare del 23 ottobre aprirà uno dei processi più importanti che saranno celebrati nel 2018 e 2019. Non credo che ci saranno particolari colpi di scena, soprattutto in questa fase. Ho l’impressione che gli imputati vorrano giocarsi tutte le loro carte nel procedimento ordinario e quindi non credo assisteremo a patteggiamenti o a richieste di riti abbreviati.
In ogni caso si tratterà di un processo complicato nel quale vedremo all’opera, sia tra le fila dei difensori degli imputati che tra quelle delle persone offese, alcuni dei migliori avvocati penalisti del Foro di Torino.
Lei che assiste alcune vittime di piazza San Carlo, che strategia pensa adotteranno le persone danneggiate in questo processo?
Innanzitutto posso dire che io personalmente condivido pressoché integralmente l’impianto accusatorio della Procura, la quale peraltro ha svolto un lavoro di indagine monumentale. Chi delle persone offese si costituirà parte civile lo farà per vedersi risarciti i danni subiti e per vedere condannate tutte quelle persone, e sono veramente molte, che hanno commesso degli errori imperdonabili.
Quali errori non possono essere scusati agli imputati?
In generale, studiando gli atti dell’attività di indagine, si può notare una totale negligenza, che non esiterei a chiamare sciatteria, nell’organizzare la proiezione della finale Juventus – Real Madrid. Il piano di emergenza era pieno di refusi ed era senza dubbio il frutto di un maldestro copia e incolla effettuato da piani di emergenza precedenti. La scelta, poi, di allestire la piazza trasformandola in un “recinto”, dove 40.000 persone si sono ammassate l’una sull’altra è stata una follia. Le vie di fuga erano insufficienti, non erano segnalate e comunque non erano in grado di consentire l’esodo delle persone che di fatto rimasero intrappolate nella piazza. Come poi è emerso sin dai primi momenti non era nemmeno stato nominato un responsabile per la sicurezza. Un’omissione gravissima.
Quali sono le responsabilità della sindaca Chiara Appendino?
Anche su questo condivido l’impianto accusatorio. Le omissioni e negligenze della prima cittadina sono state numerose. Non scusabili. Sono curioso di vedere che atteggiamento difensivo assumerà la sindaca nel processo. Una cosa però trovo assolutamente imperdonabile ad Appendino: l’aver lasciato i suoi funzionari sguarniti di direttive.
In piazza San Carlo la sera del 03 giugno 2017, proprio durante il diffondersi del panico, è avvenuto infatti un fatto incredibile: gli organizzatori dell’evento, il Comune e TTP, non erano presenti con i loro vertici apicali o con loro delegati. Gli operanti della Polizia, durante le ondate di panico, parrebbe che abbiano cercato gli organizzatori per invitarli a comunicare al pubblico di mantenere la calma, ma non trovarono nessuno. Non c’era nessuno che gestisse la piazza quella sera.
Nei racconti dei suoi assistiti cos’è che l’ha impressionata di più?
I miei clienti sono tutti stati travolti dalla calca e ripetutamente calpestati. Tutti mi hanno raccontato di aver pensato di stare per morire. Una sensazione terribile da cui non si riprenderenno mai. Per mesi e mesi i miei clienti non sono riusciti a recarsi in luoghi affollati perché anche solo salire su di un semplice tram causava loro attacchi di panico. I miei clienti hanno avuto disturbi del sonno e sono stati costretti a ricorrere agli psicoterapeuti per provare a superare il trauma.
Nei giorni immediatamente successivi ai fatti di piazza San Carlo iniziò a montare la polemica per l’assenza di copertura assicurativa per l’evento del 03 giugno 2017. Arriveranno i risarcimenti per i feriti dalle assicurazioni del Comune e di Turismo Torino?
Dare una risposta a questa domanda è prematuro. Ad oggi non mi risulta che le assicurazioni abbiano risarcito i danni. Per quanto però a mia conoscenza diretta, le posso dire che nonostante sia passato più di un anno da quando ho inviato le diffide al Comune e a Turismo Torino e Provincia, nessuno dei predetti enti o delle loro compagnie di assicurazioni ha formulato una proposta risarcitoria.
Questo è anche uno dei motivi per cui oltre a difendere alcune persone che intendono partecipare attivamente al processo penale che si aprirà il 23 ottobre, ho anche già introdotto un’azione civile per conto di un’altra mia assistita. Ritengo, infatti, che ci siano tutti i presupposti affinché il Comune di Torino e TTP possano essere condannati a risarcire i danni.

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