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giovedì, 16 Maggio 2024

Elena Ceste, tutti i capitoli di un giallo lungo nove mesi

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Avrebbe compiuto 38 anni questo sabato. Ma per la famiglia di Elena Ceste questa ricorrenza sarà solo motivo di altri pianti. Già, perché è arrivata quella certezza che non avrebbero mai voluto avere: è della donna di Costigliole d’Asti il corpo ritrovato in un fosso nei pressi del Tanaro lo scorso weekend.
La conferma questa mattina dal test del dna mentre si attende ancora l’esito dell’autopsia che possa chiarire la causa della morte. Così quella perfetta sovrapposizione di eliche che formano il codice genetico ha risolto un giallo che durava dallo scorso gennaio.
SCOMPARSA NEL NULLA TRA LA NEVE DI GENNAIO
Infatti è in una fredda mattina di inizio anno che la mamma e casalinga di Costigliole scompare da casa. A dare l’allarme il marito Michele Buoninconti poco dopo le 8.30 quando tornando dall’accompagnare i figli a scuola non la trova nell’abitazione, dove invece ci sono tutti gli oggetti personali, compresi gli occhiali da vista e la fede nuziale, e i documenti. Mentre in giardino, proprio vicino al cancello, vengono trovati dei vestiti che la trentasettenne indossava abitualmente quando era a casa.
Così iniziano le ricerche di Elena da parte dei Carabinieri e degli uomini della Protezione civile che perlustrano i dintorni, dalle vie del paese ai campi cosparsi di neve fino al fiume Tanaro. Intervengono anche i cani molecolari che fiutano tracce fino alla vicina chiesa. Poi più nulla.
UNA SECONDA VITA SU FACEBOOK?
Le ricerche proseguono per mesi e nel frattempo la procura di Asti, con il sostituto procuratore Laura Deodato, apre un fascicolo. Si inizia a scavare nella vita di una donna che appariva senza nessuna macchia. Riservata e solitaria: è questa l’Elena che conoscono a Costigliole, seimila abitanti sulle colline astigiane che se la ricordano solo a messa o per le vie del centro per qualche commissione, mentre il resto della sua vita era a casa a curare i quattro figli.
Non parlava con nessuno se non con il prete Don Roberto e con qualche genitore dei compagni di classe dei bambini, racconta chi vive a Costigliole e in questi giorni si interroga su cosa possa esserle successo.
Che quel piccolo mondo antico, dove il tempo sembra essersi fermato, sia troppo stretto per Elena? Lei che da ragazza viveva a Torino e che aveva abbandonato sogni e lavoro per seguire quell’uomo che aveva sposato, prima in meridione poi nell’astigiano? Forse proprio per questo la donna trova rifugio nel mondo dei social network. Si iscrive a Facebook e qui ritrova vecchi compagni di scuola e trascorre molte ore la sera a chattare ed aggiornare il suo profilo.
Che la realtà virtuale si fosse sovrapposta a quella vera? Infatti sembra che negli ultimi mesi la Ceste fosse sempre più inquieta e che il suo rapporto con i social network non fosse più così idilliaco. Per questo si inizia a vociferare che forse la donna avesse conosciuto qualcuno in chat e che questo rapporto fosse andato oltre lo schermo di un computer, facendola preoccupare non poco.
DALLA PISTA RELIGIOSA ALL’ISTIGAZIONE AL SUICIDIO
Un’ipotesi su cui gli inquirenti hanno lavorato a lungo, non tralasciando la pista dell’allontanamento volontario da parte di una donna che voleva cambiare vita.
Ma anche in questo caso resta il dubbio: è fuggita da sola o con qualcuno? Nei mesi delle ricerche le segnalazioni di donne che assomigliano la Ceste sono molte. C’è chi sostiene di averla vista su un bus a Torino, non distante dalla zona dove viveva da ragazza. Chi l’avrebbe avvistata a Tenerife, nelle isole spagnole delle Canarie, chi a Vicenza assieme a un uomo più anziano. Ma nessuno di questi avvistamenti è attendibile.
Si cerca anche nel mondo della religione, vista la profonda fede di Elena. In procura viene convocato anche il parroco di Motta di Costigliole, don Roberto, che però si avvale del segreto del confessionale. Mentre si passano in rassegna i conventi della zona dove si pensa che la Ceste possa essersi rifugiata. E anche qui di lei nessuna traccia.
Arriverà agli inquirenti anche una lettera firmata “Il consolatore” con versetti del Vangelo in cui si spiegherebbe dove è la donna. Ma anche questa missiva, che inizialmente fu presa seriamente, risulterà del tutto inattendibile.
GLI OCCHI PUNTATI SUL MARITO MICHELE
Così mentre le indagini sembrano brancolare nel buio ecco anche i primi dubbi sul marito Michele. Infatti, ci sarebbero vari particolari del suo racconto che non convince i magistrati. A partire proprio dagli orari di quella mattina che non coinciderebbero: l’uomo avrebbe dato l’allarme almeno mezzora dopo rispetto a quanto raccontato e avrebbe consegnato ai Carabinieri dei vestiti troppo puliti e profumati  per essere stati abbandonati davvero in mezzo alla terra.
Pian piano iniziano a circolare voci che il loro matrimonio, che dura da più di 15 anni, non sarebbe stato così felice e solido. Al contrario tra Elena e Michele ci sarebbero molte incomprensioni che la donna avrebbe raccontato agli amici su Facebook. I profiler tracciano un identikit della Ceste come di una persona fragile, infelice e psicologicamente instabile, al punto che il suicidio non è ipotesi tanto remota e su quel fascicolo aperto in procura compare l’ipotesi di reato: istigazione al suicidio. Anche se a carico di ignoti.
Dal canto suo Buoninconti ha affermato più volte agli inquirenti di scambi di messaggi tra la moglie e altri uomini, affermando che proprio la sera prima della scomparsa la Ceste era molto nervosa per motivi non precisati. Tanto che si vociferava di un filmino dal contenuto particolare che avrebbe interessato proprio la casalinga di Costigliole.
Ipotesi, per ora, nulla di più in un giallo che porta con se ancora tanti misteri. Già, perché ora che il corpo di Elena è stato ritrovato resta da capire che cosa possa essere successo a quella mamma che i quattro figli non potranno più riabbracciare.
 
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